28/10/2020

I presupposti per un licenziamento per giustificato motivo oggettivo

La realtà attuale è questa: molte aziende sono messe a dura prova dalla pandemia da Covid-19 e questo ha costretto molti imprenditori a valutare diverse opzioni per garantire la sopravvivenza della propria realtà. Fra queste la possibilità di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

La soluzione del licenziamento per giustificato motivo oggettivo infatti, può essere utilizzata da un imprenditore per risolvere il contratto di lavoro con un proprio dipendente. E' definita come la rescissione del contratto di lavoro che si verifica per ragioni inerenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.

Ovviamente tale misura non è universalmente applicabile, ma vi devono essere i presupposti necessari tali per cui un imprenditore possa ricorrervi.

Quali sono allora le opzioni e le soluzioni a cui un imprenditore può ricorrere?

Come detto, si tratta di una tematica decisamente attuale data la situazione precaria post Covid derivante da una situazione altrettanto calda che trascina con sé la passata crisi economica del 2008.

Ciò che è certo è che le aziende hanno bisogno di riorganizzarsi e questo non sempre è facile.

Se infatti un datore di lavoro vuole risolvere il contratto con un proprio dipendente, dovrà ricorrere al licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Questo implica che tale motivo oggettivo sussista, ma non sempre è facile identificarlo.
Cerchiamo quindi di fare un po' di chiarezza e procedere con ordine. Innanzitutto, per poter parlare di giustificato motivo oggettivo è necessaria la presenza di almeno una delle ipotesi previste dalla legge, tra cui ad esempio:

  • chiusura di una business unit;
  • cessazione dell'attività aziendale;
  • riduzione del volume lavorativo che provoca accorpamento di reparti.

Se rientrante in una di queste ipotesi quindi, tutto è da considerarsi legittimo. Il problema si pone quando un licenziamento posto in essere per un giustificato motivo oggettivo, cela in realtà una motivazione illegittima. L'imprenditore infatti, non può licenziare un proprio dipendente per motivi disciplinari o altri motivi diversi da quelli elencati, ma deve come ribadito, avere un giustificato motivo oggettivo per far sì che l'opzione di licenziamento sia valida e legittima.

I rischi per l'imprenditore

Se tale giustificato motivo oggettivo sussiste, ad oggi la scelta imprenditoriale è assolutamente insindacabile: un giudice infatti, non può contestare la scelta dell'imprenditore anche se fosse la più drastica e insensata come quella di chiudere l'intera azienda anche se in utile.Tuttavia, quello che accade è la verifica della sussistenza del motivo addotto.

Facciamo chiarezza riprendendo l'esempio precedente di una società chiusa anche se in utile: l'imprenditore come detto, sceglie di chiudere la sua società  anche se il bilancio riporta un utile d'esercizio. Ciò che potrà fare e che verosimilmente il giudice farà successivamente, sarà verificare che l'azienda sia effettivamente chiusa, altrimenti un licenziamento per un presunto "motivo oggettivo" di questa natura, sarà ritenuto illegittimo, con ogni conseguenza reintegratoria e risarcitoria del caso.

Lo scopo di un sistema così strutturato (a cui l'imprenditore deve prestare attenzione), è cercare di rendere "neutra" ed effettivamente oggettiva la decisione di licenziamento così da tutelare i lavoratori. Va da sé che se un'azienda chiude, ma è solo un dipendente ad essere licenziato, ciò farà scattare un campanello di allerta al giudice, facendo immediatamente decadere la legittimità e ogni presupposto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

In buona sostanza, il rischio principale per l'imprenditore è quello di non essere supportato da un reale e legittimo giustificato motivo oggettivo.

Il corretto iter da seguire

Come immaginabile, esiste un preciso iter da seguire quando un imprenditore decide di licenziare un dipendente per giustificato motivo oggettivo ed è importante seguire in maniera puntuale e precisa le diversi fasi del processo se non si vuole rischiare di avere problemi nell'attuazione di tale misura.

Si parla davvero di dettagli che possono minare l'attuazione e la legittimità del giustificato motivo oggettivo. Ad esempio, se un consulente del lavoro invia due comunicazioni al datore di lavoro per spedirle al lavoratore (senza specificare quale mandare per prima) e il datore le spedisce insieme senza seguire il corretto ordine dettato dall'iter,  il lavoratore avrà tutto il diritto di opporsi e di interrompere la procedura.

Di seguito quindi,sono elencati i punti cruciali dell'iter:

  1. l'imprenditore deve comunicare in anticipo al lavoratore la decisione di licenziamento, adducendo l'oggettivo motivo giustificandolo e riportando già in questa fase le eventuali misure di assistenza che saranno previste per il lavoratore a seguito del licenziamento, come ad esempio la sua ricollocazione in un'altra mansione / sede aziendale o altro;
  2. il datore di lavoro e il dipendente vengono convocati davanti all'Ispettorato del Lavoro competente per prendere parte alla procedura di conciliazione (anche detto tentativo di conciliazione): in questa sede si cercherà di capire e valutare se vi può essere un ripensamento da parte del datore di lavoro o ancora, se si possono o si vogliono trovare delle soluzioni per il lavoratore, come  ad esempio dargli un'indennità.
  3. Occorre in questo contesto tenere presente ed evidenziare che il datore di lavoro ha l'obbligo di repechage: ciò significa che il datore deve - prima di procedere con il licenziamento - verificare che all'interno dell'azienda non vi siano possibilità di ricollocare il dipendente oggetto del licenziamento. Di conseguenza, il datore di lavoro, per poter procedere alla risoluzione del contratto, dovrà dimostrare che non esistono in azienda mansioni che il dipendente in questione possa ricoprire. Ovviamente questo passaggio varia molto a seconda della realtà in esame: se  infatti oggetto del licenziamento è un operaio tornitore di una società con 10 dipendenti risulta ovvio e verosimile che non potrà essere ricollocato nel reparto amministrativo della stessa, ma se la società in oggetto è una realtà da 1.000 dipendenti, la situazione cambia così come le probabilità di una possibile riassegnazione
  4. successivamente, sulla base dell'esito della procedura di conciliazione, possono esserci due conclusioni differenti:
  • la prima è che si trova un accordo tra le parti che porterà il datore di lavoro a retrocedere e ritirare la sua proposta di licenziamento;.
  • altrimenti, se la fase di conciliazione si conclude negativamente, il datore di lavoro invierà al dipendente una seconda comunicazione in cui confermerà appunto il licenziamento: in questo caso, il licenziamento sarà retroattivo e verrà considerata come data quella di invio della prima comunicazione.

Per concludere, ecco riassunti alcuni tra i concetti principali del licenziamento per giustificato motivo oggettivo

A cosa deve fare attenzione il datore di lavoro?

  • ad avere una motivazione sussistente per il licenziamento per giustificato motivo oggettivo rientrante tra le ipotesi legittime elencate sopra;
  • a rispettare l'iter e i passaggi previsti dalla legge;
  • a considerare l'obbligo di repechage e giustificare perché non è stato possibile applicarlo.

Come evitare gli errori?

Il primo consiglio per evitare di cadere in errori banali spesso legati a vizi nei passaggi da seguire per applicare l'iter in modo corretto, è quello di rivolgersi ad un consulente legale  esperto in diritto del lavoro e che sia in grado di:

  • aiutare l'imprenditore nell'addurre il giustificato motivo oggettivo;
  • seguire la procedura in modo corretto e puntuale;
  • assistere l'imprenditore nei passaggi che deve compiere in prima persona.

Va inoltre specificato che dall'insorgere della pandemia fino ad oggi, e verosimilmente anche per i prossimi mesi, i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo di natura economica restano sospesi e quindi non possono essere irrogati nei confronti dei propri dipendenti.

A tal proposito, se vuoi analizzare la tua situazione insieme ad un esperto e valutare come è possibile applicare misure di licenziamento per la riorganizzazione della tua azienda, puoi rivolgerti allo Studio Notaro e Associati. I collaboratori dello Studio saranno lieti di esaminare la tua posizione e consigliarti i passi da seguire in piena serenità.

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Avv. Massimo Tebaldi