2/8/2021

Un esempio di applicazione della procedura di sovraindebitamento: lavoratore autonomo non fallibile

In questo articolo, un altro esempio concreto di applicazione della procedura di sovraindebitamento. Per saperne di più, puoi trovare qui una breve introduzione sull'argomento. Parleremo in questo articolo dell'applicazione della norma sul sovraindebitamento per un caso di un lavoratore autonomo non fallibile.

Specifiche della situazione:

  • soggetto indebitato: lavoratore autonomo non fallibile;
  • debiti iniziali per quasi 769.000 €;
  • attivo costituito da tutto il patrimonio disponibile e di quello che eventualmente sopravvenuto nel corso dei quattro anni successivi all’apertura della procedura.

Dopo il nostro intervento 👉 accettazione del ricorso presentato per mezzo dello Studio Legale Notaro e Associati, con previsione di una trattenuta mensile a favore del debitore: 1.300,00 €

Il caso.

Il debitore è titolare di una impresa individuale, avente ad oggetto l’attività di agente di commercio nel settore alimentare; egli svolge attività di lavoro autonomo come intermediario / agente di commercio, operando come agente mono-mandatario per una società nel settore del mercato ittico fresco.

Il debitore si è trovato in una situazione di sovraindebitamento per aver fornito aiuto economico ad un proprio congiunto ed essere poi caduto vittima di usura.

L’esposizione debitoria si registrava, in particolare, nei confronti:

  • dell'Agenzia delle Entrate per notifica omesso versamento imposte e contributi IVS;
  • dell'Istituto bancario per pagamento residuo mutuo ipotecario;
  • di un istituto di credito per pagamento residuo finanziamento personale.

Il tutto per un totale di circa 769.000 €, cifra che costituisce quindi il valore del debito.

Il debitore non era titolare di beni mobili né immobili.

La proposta presentata.

Il debitore, a fronte della difficile situazione economica in cui si trovava, si è rivolto allo Studio Legale Notaro e Associati per trovare una soluzione.

Lo Studio, a seguito della richiesta e dopo aver analizzato la situazione, ha depositato ricorso per l'apertura della procedura di liquidazione, mettendo a disposizione della stessa tutto il patrimonio disponibile e quello che eventualmente sarebbe sopravvenuto nel corso dei quattro anni successivi all’apertura della procedura.

Il decreto.

A seguito del ricorso presentato dallo Studio Legale Notaro e Associati, il Tribunale di Lecco ha proceduto con la nomina del liquidatore fissando l'udienza per la comparizione delle parti.

Si costituiva l’Agenzia delle Entrate mediante deposito di una memoria con cui sollevava la questione circa la fallibilità del debitore.

Lo Studio replicava con una memoria con la quale rilevava come, nel caso concreto, mancavano i requisiti del rischio d’impresa e dell’autonoma organizzazione aziendale in capo al debitore; allo stesso, pertanto, poteva essere attribuita la sola qualifica di lavoratore autonomo e non, invece, quella di imprenditore commerciale, rispetto alla quale invece tali due elementi fattuali erano circostanze imprescindibili.

Il Tribunale di Lecco aderiva a tale orientamento e dichiarava l’apertura della liquidazione.

Conclusioni.

Il Tribunale fissava infine nella misura di 1.300,00 euro, al netto delle trattenute previdenziali e degli oneri fiscali, gli emolumenti che potevano essere trattenuti mensilmente dal debitore per le esigenze di sostentamento proprio e dei membri della famiglia.

Per approfondire, puoi leggere altri esempi di applicazione della procedura di sovraindebitamento, riferito alla situazione di un titolare di impresa individuale cessata o di un piccolo imprenditore sotto soglia cessato.

Se invece desideri avere assistenza in merito a situazioni come quella descritta nell'esempio, contatta lo Studio Legale Notaro e Associati: i nostri professionisti in materia di sovraindebitamento sono a disposizione per rispondere alle tue domande.

Dott.ssa Katia Panzeri